Un ritorno ai veri valori?

Il recente annuncio del Governo Meloni di ripristinare il 4 ottobre, Festa di San Francesco d’Assisi, come festa nazionale è percepito da molti osservatori come una mossa dettata non tanto da una sincera adesione ai valori del Santo, quanto da un calcolo politico populista e ideologico. A nostro avviso la decisione mira a rafforzare le presunte radici cattoliche della Nazione, utilizzandole come strumento per costruire un’identità nazionale coesa in chiave anti-islamica.

In un’epoca di dibattito sull’immigrazione e sull’identità europea, l’esecutivo cerca di affermarsi in maniera ipocrita come unico e autentico difensore della Chiesa e dei valori della tradizione. Questa narrazione è funzionale a polarizzare l’opinione pubblica, contrapponendo la propria presunta “fede e tradizione” a una “sinistra ateista” che verrebbe così dipinta come priva di valori umani e distaccata dal sentire cristiano popolare. Nella nostra analisi l’obiettivo primario di tale decisione non sarebbe onorare San Francesco – la cui esperienza e il cui messaggio è profondamente antitetico a quello dall’attuale Governo – ma sarebbe quello di sfruttare la sua figura simbolica per scopi di lotta politica e identitaria, rafforzando il consenso politico attraverso l’ostentazione di un conservatorismo culturale e religioso.

L’uso strumentale di San Francesco, Patrono d’Italia e figura di dialogo, in una logica di scontro identitario, solleva seri interrogativi sulla reale comprensione e adesione ai suoi principi…

La soppressione: un contesto di revisione
La soppressione della festa nazionale del 4 ottobre avvenne in un periodo di revisione laica delle festività civili. Negli anni ’70, in un clima di secolarizzazione e razionalizzazione del calendario, molte festività religiose furono private dello status di festa civile. Tale scelta fu motivata dalla volontà di alleggerire il carico di giorni festivi e di separare più nettamente la sfera statale da quella religiosa, un atto spesso criticato dalla destra come un attacco alla tradizione, ma che era espressione di una visione più moderna e laica dello Stato. Il ripristino odierno è letto come una rivincita ideologica su quel periodo storico e sulla cultura politica che lo rappresentava.

Frate Francesco: un esempio scomodo per tutti … e in particolare per questo Governo
Giovanni di Pietro di Bernardone, soprannominato Francesco (1182 – 1226), fu l’esatto opposto del potere e della ricchezza. Nato da un ricco mercante di tessuti, la sua conversione lo portò a un’opzione radicale per i poveri e gli emarginati. La sua vita fu un’abiura plateale della ricchezza paterna, di ogni volontà di dominio e una vocazione a “riparare la casa” cioè la Chiesa, troppo lontana da quella radicalità evangelica che significava salvezza universale (e non per i soli “cristiani” o peggio ancora “cattolici”) significava abbattimento di ogni muro tra uomini e donne, di ogni muro di divisione sociale, di ogni muro nazionalistico, significava centralità del servizio contro le forme gerarchiche, significava il rifiuto di ogni forma di guerra e di violenza. La Chiesa cominciò infatti ad incrinarsi quando abbracciò il potere nell’era costantiniana e da allora il suo messaggio è diventato sempre più legalistico, intriso di religiosità, di superstizioni, sempre più intransigente e insofferente di ogni forma di divergenza dalla “verità” (della gerarchia). Una struttura di potere ben lontana dal Regno dei Cieli annunciato e innestato da Gesù di Nazareth.

L’abbraccio con il lebbroso (il reietto della società, il segno della maledizione di Dio) e l’opera stessa nei lebbrosari, la fondazione dei Frati Minori (ramo frati maschile), delle Povere Dame (ramo femminile) e dei Fratelli e delle Sorelle della Penitenza (dove penitenza = conversione, è il ramo popolare aperto a tutti) sono l’esempio di una fraternità senza confini, una fraternità che travalica anche lo stesso antropo-centrismo per estendersi in una parità con il Creato, non più percepito come qualcosa da dominare e sfruttare, ma come segno di amore, come un tramite per incontrare lo Spirito universale di Dio.

Significativo fu il suo viaggio in Egitto per incontrare in piena crociata il Sultano Malik al-Kamil capo del mondo islamico, un gesto di dialogo interreligioso e di pace che sfida la logica dello scontro tra civiltà: chi di noi avrebbe avuto il coraggio di incontrare Putin o Netanyahu come un fratello con cui dialogare? La sua eredità è un messaggio universale di cura del creato (“Cantico delle Creature”), di pace e di dedizione incondizionata ai “minori” cioè agli ultimi della società. Questo messaggio di amore e non-discriminazione si pone in netta antitesi con qualsiasi tentativo di strumentalizzare la fede per fini di divisione e supremazia identitaria.

L’ipocrisia del Governo Meloni e le sfide dello spirito francescano
Dobbiamo rilevare che l’esaltazione di San Francesco da parte del Governo Meloni si scontra frontalmente con molte delle sue politiche concrete, (di)mostrando la natura meramente superficiale e ideologica dell’omaggio al Patrono d’Italia. Le priorità politiche attuali appaiono distanti anni luce dall’esempio radicale e scomodo del santo di Assisi.

  1. Austerità vs. Povertà Radicale: Francesco abbracciò una povertà volontaria come opzione di solidarietà con coloro che invece vi sono costretti. Le politiche del Governo Meloni sono state percepite come un approccio che penalizza e colpevolizza la povertà involontaria. Il Decreto Lavoro 1 in vigore dal 1° gennaio 2024, ha abolito il Reddito di Cittadinanza (RdC), introducendo al suo posto l’Assegno di Inclusione (ADI) e il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL). Questa riforma è stata criticata da Caritas e da associazioni che si occupano di povertà per aver ristretto la platea dei beneficiari (escludendo gli “occupabili” non over 60, minori o disabili) e aver legato l’aiuto alla ricerca attiva di lavoro (SFL da 350 euro), ignorando il ruolo dimostrato del RdC nel contrastare la povertà assoluta (salvando circa un milione di persone all’anno, secondo la stessa Relazione Governativa sul 2022). La rimozione di una rete di protezione universale si pone in netto contrasto con l’incondizionata solidarietà e l’opzione per i poveri di Francesco.
  2. Muri vs. Dialogo Interreligioso: L’episodio del dialogo tra Francesco con il Sultano mussulmano è un capolavoro del dialogo interreligioso. La politica migratoria del Governo Meloni è ossessionata dalla sicurezza dei confini e dalla detenzione. L’approvazione di norme come il Decreto ONG (Gennaio 2023) che limita le operazioni di soccorso in mare, il Decreto Cutro (Marzo 2023) che restringe la protezione speciale, e il Decreto Migranti (Settembre 2023), che ha posto a 18 mesi il limite massimo di permanenza nei Centri per il rimpatrio, rappresentano un palese orientamento alla repressione e all’esclusione. Particolarmente emblematico è il Protocollo d’Intesa con l’Albania (ratificato con Legge nel febbraio 2024), che prevede la detenzione extraterritoriale di migranti, in netto contrasto con l’ideale francescano di fraternità universale e l’accoglienza incondizionata del forestiero, di chi è costretto a partire a causa di guerre, carestie, povertà… tutte cose sulle quali tra le altre l’Occidente ha anche gravi responsabilità.
  3. Priorità Fossili vs. Cura del Creato: Il “Cantico delle Creature” di frate Francesco è il primo esempio di ecologia spirituale. Le azioni del Governo Meloni sono state criticate per essere un “Governo Fossile” (Legambiente). Nonostante la crisi climatica, la Legge di Bilancio 2024 non ha previsto una strategia di medio-lungo termine per lo sviluppo sostenibile. Il Governo ha promosso incentivi e permessi per l’estrazione di idrocarburi e ha investito in nuovi rigassificatori e tecnologie costose e controverse come lo stoccaggio della CO2​. Parallelamente, la spesa per i sussidi ambientalmente dannosi (SAD) è rimasta elevata (94,8 miliardi di euro nel 2022), e il DDL Delega sul “nucleare sostenibile” (approvato nel 2025) mostra la volontà di legare l’Italia a fonti energetiche non immediatamente rinnovabili. Tale approccio materialista e non lungimirante contrasta con il profondo rispetto e l’amore per Sorella Terra professato dal frate Francesco. Dobbiamo solo continuare a sfruttare, sfruttare, sfruttare…
  4. Militarismo vs. Pace e Nonviolenza: La vita di Francesco fu un esempio di ricerca della pace nella nonviolenza. Il Governo Meloni ha mantenuto una linea di fermo sostegno militare all’Ucraina sin dall’inizio del suo mandato (fine 2022), continuando l’invio di armi (come ribadito nel novembre 2024). A questo si aggiunge la posizione netta di sostegno allo Stato di Israele e alle sue operazioni militari nella Striscia di Gaza, anche in contesti internazionali in cui l’ONU e molti Paesi chiedevano un cessate il fuoco immediato e un’indagine sulle violazioni dei diritti umani. Il mancato appello a un’azione diplomatica italiana più incisiva per fermare il conflitto e il sostegno militare a Paesi impegnati in quello che molti osservatori internazionali definiscono sterminio, pulizia etnica e genocidio della popolazione palestinese, si pongono in netto contrasto con l’imperativo francescano di pace radicale e compassione. Francesco al contrario ripudiò ogni forma di violenza, ogni forma di guerra e la cosiddetta “guerra santa” delle crociate. Lui in crociata ci andò… ma non con la spada, ci andò con il saio e il crocifisso per tentare di fermare i cristiani dall’assedio di Damietta e per aprire un dialogo con il “malvagio” Sultano d’Egitto.
  5. Repressione vs. Empatia e crescita umana: L’approccio del Governo Meloni è fortemente orientato alla sicurezza e alla repressione in diversi ambiti. Questo si manifesta attraverso misure come l’incremento della detenzione per i migranti (C.p.r. esteso a 18 mesi, settembre 2023) e la retorica della “tolleranza zero“. Questo modello è in netto contrasto con l’insegnamento di frate Francesco, che si basava sulla pedagogia dell’empatia come forma di prevenzione e recupero. Il famoso episodio del “Lupo di Gubbio” è l’esempio più lampante: Francesco non vide nel lupo (rappresentazione popolare per quello che era in realtà un criminale violento) un nemico da abbattere o recludere, ma un fratello da rieducare attraverso la comprensione e l’amore. Ma egli operò anche con gli abitanti di Gubbio chiusi e insensibili alla fame dell’animale. Egli stabilì tra gli abitanti di Gubbio e il lupo un “patto di pace“, agendo con fede ed empatia invece che con la violenza e la repressione. Le politiche che ignorano l’investimento nella formazione all’empatia nelle scuole (come strumento di prevenzione della violenza e del bullismo, come vie di inclusione) in favore di una logica unicamente punitiva e repressiva, sono l’esatto opposto della pedagogia francescana di riconciliazione umana e sociale.

In estrema sintesi, il linguaggio del Governo sembra volto all’affermazione di una identità nazionale cristiana in chiave difensiva, come di chi si sente attaccato da tutto e da tutti, con un nemico sempre pronto là fuori a farci del male… e noi sappiamo quanto questo sia strumentale al consenso (= voti), quanto questo provochi quella falsa unità derivante da un pericolo esterno, quanto questo polarizzi tra buoni e cattivi… tutte logiche che stanno alla base delle strutture della violenza e che altro non possono fare se non incrementare tali logiche!

La scelta di ripristinare il 4 ottobre, strumentalizzando la figura di San Francesco per marcare una presunta superiorità morale sui “senza valori” (la sinistra, gli atei…), tradisce l’ideale francescano della “minorità” e dell’umiltà. Francesco rifuggiva il potere e la celebrazione, fondando la sua spiritualità sul servire, sulla nonviolenza, sulla solidarietà verso gli ultimi. L’uso politico-identitario del Santo per affermare il potere e l’egemonia culturale è il sovvertimento dell’insegnamento di Francesco, un sovvertimento che si rivelerà – per alcuni inaspettatamente – come un boomerang per questo Governo: un vero autogol… in rovesciata!

Giampaolo Pancetti

One thought on “Il Governo Meloni ripristina la Festa di San Francesco: una bella notizia… se non fosse un autogol in rovesciata!”
  1. Le tesi su Francesco, in qualche caso discutibili dal punto di vista storico, sono comunque un valido e forte esempio di cristianesimo reale e profondo. Cerchiamo di essere più vicini a Francesco e meno alla retorica della politica.

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