LONDRA – Per la prima volta nella storia una donna è stata designata quale 106° Arcivescovo di Canterbury dalla fondazione dell’Arcidiocesi ad opera di Sant’Agostino di Canterbury nel 597. Al momento del suo insediamento come vescova di Londra, nella cattedrale di St Paul nel 2018, Sarah Mullally aveva dichiarato: «Sono consapevole che, come prima donna vescova di Londra, sono necessariamente sovversiva, ed è una necessità che intendo abbracciare».
Re Carlo III ha infatti approvato ieri la nomina, suggerita da una commissione creata ad hoc all’indomani delle dimissioni undici mesi fa di Justin Welby, travolto da accuse di mancate denunce di episodi di abusi sessuali all’interno della Chiesa d’Inghilterra. Da questo punto di vista la pressione dell’opinione pubblica sarà forte. «Negli ultimi dieci anni come vescova, ho cercato di rimboccarmi le maniche e di impegnarmi a rendere la Chiesa più sicura», ha scritto lo scorso febbraio.
Sarah Mullally ha 63 anni ed è vescova di Londra dal 2018, anche qui prima donna a essere nominata nel ruolo. Precedentemente ha servito come vescova di Crediton nella diocesi di Exeter. Prima della sua ordinazione, nel 2001, Mullally ha avuto una lunga carriera nel settore sanitario: è stata Chief Nursing Officer del governo per l’Inghilterra, diventando la più giovane persona a ricoprire questo ruolo all’età di 37 anni, dopo essersi specializzata come infermiera oncologica.
Il ruolo dell’Arcivescovo di Canterbury è il più alto della Chiesa d’Inghilterra e nella Comunione Anglicana: oltre a essere vescovo di Canterbury, ricopre le funzioni di primate dell’Inghilterra e di metropolita, e agisce come primus inter pares – primo tra pari – dei primati della Comunione anglicana globale, che conta circa 85 milioni di membri in 165 paesi. Inoltre, l’arcivescovo siede nella Camera dei Lord come uno dei 26 lord spirituali.
In un messaggio ufficiale, Mullally ha dichiarato: «Quando rispondo alla chiamata di Cristo a questo nuovo ministero, lo faccio con lo stesso spirito di servizio a Dio e agli altri che mi ha motivato da quando sono arrivata alla fede da adolescente. In ogni fase di questo viaggio, attraverso la mia carriera di infermiera e il ministero cristiano, ho imparato ad ascoltare profondamente le persone e i gentili suggerimenti di Dio, per cercare di riunire le persone e portare speranza e guarigione. Voglio incoraggiare la Chiesa a crescere nella fiducia nel Vangelo e a lasciare che l’amore di Cristo plasmi le nostre azioni».

