NEW YORK (USA) – La Grande Mela ha un nuovo sindaco, il primo musulmano: è Zohran Mamdani, 34 anni, candidato democratico che si definisce “socialista”, vicino a Bernie Sanders, con madre indiana e padre dell’Uganda, dove é nato (in ogni caso, quindi, ineleggibile all’ufficio di Presidente degli Stati Uniti, a Costituzione vigente). Nel suo discorso nella notte tra il 4 e il 5 novembre, dopo il successo elettorale come sindaco di New York, Zohran Mamdani ha affermato che la sua vittoria mostra la strada per “sconfiggere” Trump. «Se qualcuno può mostrare a una nazione tradita da Donald Trump come sconfiggerlo, quella è la città che lo ha fatto nascere», ha detto. Il tycoon ha ammesso la sconfitta su Truth ma, citando non meglio precisati sondaggisti, sostiene che «il fatto che Trump non fosse sulla scheda elettorale e lo shutdown sono stati i due motivi per cui i repubblicani hanno perso le elezioni stasera».
Mamdani è stato eletto sindaco di New York con il 50,39% dei voti, battendo l’ex governatore dello Stato Andrew Cuomo – fermo al 41,6% – e il repubblicano “ufficiale” Curtis Sliwa (7,11%). L’affluenza è stata record, visti i dati degli ultimi decenni: hanno votato oltre due milioni di cittadini della Grande Mela, più del 40% degli aventi diritto. Cuomo, un passato nel partito democratico, era appoggiato anche da Donald Trump e Elon Musk, mentre il candidato repubblicano Curtis Sliwa aveva oggettivamente poche chances. Il nuovo sindaco è astro nascente del partito, sostenuto (anche se non formalmente) da Barack Obama ma non da tutto l’establishment dem. Ha vinto con un programma socialista per rendere New York più abbordabile, con bus gratis, economia verde, supermercati comunali, affitti calmierati e più tasse ai ricchi.

