Attentato in una Chiesa in Siria: è strage

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24 Giugno 2025

ROMA (NEV) – Un attentato suicida nella chiesa di Sant’Elia, a Damasco, ha causato almeno 30 morti e decine di feriti la scorsa domenica 22 giugno. Secondo le autorità siriane dietro tutto ciò vi sarebbe il gruppo Daesh. Un attacco condannato dalle Nazioni Unite e da molti paesi, il primo così significativo dalla caduta del regime di Bashar Al Assad dello scorso dicembre.

La sicurezza rimane una delle maggiori sfide per le nuove autorità siriane, che la comunità internazionale ha invitato a proteggere le minoranze e a includerle nel processo di transizione. Il Ministero dell’Interno ha affermato che un «assalitore suicida affiliato al gruppo terroristico Daesh è entrato nella chiesa di Sant’Elia, nel quartiere Dwelaa a Damasco, ha aperto il fuoco e si è fatto esplodere con una cintura esplosiva». I corrispondenti dell’Afp hanno visto i soccorritori evacuare i fedeli coperti di sangue dalla chiesa, dove detriti di legno e icone erano sparsi per terra. Un testimone, Lawrence Maamari, ha dichiarato che «qualcuno è entrato nella chiesa con una pistola» e ha iniziato a sparare. Poi i fedeli «hanno cercato di fermarlo prima che si facesse esplodere».

L’emissario delle Nazioni Unite per la Siria, Geir Pedersen, ha espresso «la sua indignazione» e ha invitato le autorità a condurre un’indagine approfondita. La Francia ha condannato un «attacco terroristico abietto» e ha ricordato «il suo impegno a favore di una transizione in Siria che permetta ai siriani, qualunque sia la loro confessione, di vivere in pace e sicurezza in una Siria libera, unita, plurale, prospera, stabile e sovrana». L’emissario americano per la Siria, Thomas Barrack, ha denunciato «un atto di codardia» che non ha il suo posto «nella nuova società di tolleranza e inclusione che i siriani stanno intessendo». La diplomazia turca, vicina alle nuove autorità siriane, ha denunciato un «attacco perfido» volto a «seminare il caos».

Per il ministero degli Esteri siriano, «questo atto criminale che ha preso di mira i fedeli cristiani è un disperato tentativo di minare la coesistenza nazionale e destabilizzare il paese». Ma il patriarcato ortodosso di Damasco ha esortato le nuove autorità islamiste ad «assumersi la piena responsabilità» dell’attentato, spingendoli a garantire «l’inviolabilità delle chiese e la protezione di tutti i cittadini» del paese. Per il ministro dell’Interno, Anas Khattab, «questi atti terroristici non fermeranno gli sforzi dello Stato siriano per raggiungere la pace civile». Aveva recentemente dichiarato che il gruppo Daesh aveva optato per «attacchi precisi contro obiettivi strategici» e annunciato che i tentativi di attentato del gruppo jihadista sunnita contro le comunità sciite e musulmane erano stati sventati.

A maggio, Daesh aveva rivendicato il suo primo attacco contro le nuove forze governative siriane. Queste ultime avevano poi detto di aver arrestato dei membri di una cellula terroristica vicino a Damasco, accusata di preparare attacchi, mentre un’altra operazione ad Aleppo, nel nord, si era conclusa con la morte di un agente di sicurezza e di tre membri dell’organizzazione jihadista. Il gruppo Daesh aveva preso il controllo di vaste aree dei territori siriano e iracheno all’inizio della guerra civile, scoppiata nel 2011, proclamando la creazione di un “califfato” transfrontaliero nel 2014. Le forze curde siriane sostenute dagli Stati Uniti lo hanno sconfitto nel 2019, ma i jihadisti hanno mantenuto una presenza, in particolare nel vasto deserto siriano.

«Profondo dolore» è stato espresso dal patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo, in una conversazione telefonica con il patriarca di Antiochia, Giovanni X Yazigi, nel corso della quale — riporta una nota ripresa da Vatican news — ha condannato «inequivocabilmente» l’attentato alla chiesa greco-ortodossa di Damasco, evidenziando come ogni atto terroristico, «soprattutto contro luoghi di culto», sia in realtà diretto «contro la pacifica convivenza di popoli, religioni e culture».

Il Comitato centrale del Consiglio Ecumenico delle Chiese, riunito a Johannesburg, in Sudafrica, dal 18 al 24 giugno 2025, in una nota si dice «sconvolto dalla notizia di un attentato suicida perpetrato da militanti legati al cosiddetto gruppo estremista “Stato Islamico”. contro la chiesa greco-ortodossa di Mar Elias, nel quartiere di Dweila, nella capitale siriana Damasco, avvenuto il 22 giugno 2025. «Esprimiamo le nostre più sentite condoglianze a tutti i feriti e alle vittime del lutto e preghiamo per la loro guarigione e sicurezza. Esprimiamo la nostra solidarietà cristiana a Sua Beatitudine Giovanni X, Patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente, del Patriarcato greco-ortodosso di Antiochia, Damasco. Piangiamo con Sua Beatitudine la perdita di vite umane, i feriti e i danni arrecati alla comunità colpita da questa atrocità. A nome della comunità ecumenica mondiale del CEC, esprimiamo la nostra solidarietà cristiana ai membri della sua Chiesa e a tutte le Chiese e comunità cristiane in Siria, il cui senso di sicurezza nel proprio Paese è stato profondamente scosso da questo attacco. Facciamo appello al governo e alle autorità siriane affinché adottino misure rapide e decisive per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, soprattutto nei casi in cui la violenza settaria colpisce specifiche comunità. Tale azione è essenziale per ripristinare la fiducia e promuovere un futuro pacifico e inclusivo per tutti i siriani».

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