ROMA (Notizie Avventiste) – Registra ancora un aumento della violenza e delle restrizioni contro i cristiani in tutto il mondo la nuova World Watch List (Wwl) di Porte Aperte, pubblicata il 15 gennaio scorso e presentata in conferenza stampa alla Camera dei Deputati. Questo rapporto sulla libertà religiosa dei cristiani presenta la lista dei primi 50 Paesi in cui la vita è difficile o rischiosa per coloro che credono in Gesù Cristo. La Wwl 2025 prende in esame il periodo che va dal 1° ottobre 2023 al 30 settembre 2024 e monitora la situazione dei credenti nel mondo.

«In 32 anni di ricerca, registriamo un costante aumento della persecuzione anticristiana in termini assoluti» dichiara Cristian Nani, direttore di Porte Aperte. «Il 2024 è di nuovo anno record dell’intolleranza: un cristiano su sette patisce discriminazione o persecuzione a causa della sua fede. È cruciale tornare a parlare di libertà religiosa nel dibattito pubblico». Oltre 380 milioni di cristiani sperimentano almeno un livello alto di persecuzione e discriminazione, erano 365 milioni nel precedente rapporto. E la Wwl conferma l’escalation della persecuzione in termini assoluti tra i circa 100 Paesi monitorati. Un’accelerazione impressionante e costante negli ultimi 12 anni, con ben 13 Paesi a livelli di anticristianesimo estremo.
I primi dieci Paesi, secondo la Wwl, sono nell’ordine: Corea del Nord (che è stabile al primo posto da 23 anni, fatta eccezione per la Wwl 2022), seguono Somalia, Yemen, Libia, Sudan, Eritrea, Nigeria, Pakistan, Iran e Afghanistan. La nazione più popolosa, l’India, si colloca all’11esimo posto, come l’anno precedente. «Denunciamo da anni il declino delle libertà fondamentali della minoranza cristiana in India, bersaglio di violenze e discriminazioni. Nel periodo in esame sono 20 i cristiani uccisi per ragioni legate alla fede e almeno 459 le chiese o proprietà pubbliche cristiane attaccate, e 2.176 i cristiani detenuti senza processo, in carcere o in ospedali psichiatrici per ragioni legate alle loro fede» afferma Porte Aperte. La Cina passa dal 19esimo al 15esimo posto. I cristiani che vivono nella Corea del Nord devono temere per la propria vita se vengono scoperti, o almeno aspettarsi di essere mandati in uno dei famigerati campi di pena. La tortura e tutte le forme di violenza sono all’ordine del giorno e, secondo quanto riporta Porte Aperte, spesso soffrono ulteriori difficoltà perché sono considerati nemici dello Stato a causa della loro fede. La politica del regime nordcoreano di tolleranza zero per i cristiani (tra i 50 e i 70 mila rinchiusi nei campi di lavori forzati), obbliga i credenti a vivere la propria fede nel segreto, alimentando il fenomeno della Chiesa nascosta.

«Ci sono nazioni come la Corea del Nord, la Somalia, la Libia, l’Afghanistan, in cui l’unico modo per vivere la fede cristiana è clandestinamente. Il governo algerino chiude tutte le chiese protestanti, mentre quello cinese vessa quelle che osano rivendicare la libertà di credo e quello iraniano va a caccia di cristiani che si riuniscono nelle case» racconta Nani.
Se la persecuzione è violenta per gli uomini, per le donne lo è ancora di più perché si aggiunge quella sessuale. Ed è anche difficile raccogliere dati certi sul numero di vittime di stupro e abusi sessuali a causa della fede. «In molti Paesi le denunce sono rare per ragioni culturali e sociali. Tuttavia, un dato minimo di partenza, secondo le nostre stime incrociate con testimonianze raccolte, è di 3.944, ancora in aumento rispetto ai 3.231 dell’anno precedente. 821 sono i casi di matrimoni forzati di giovani donne cristiane (erano 609). Pur migliorando la nostra ricerca, siamo qui a ripetere anno dopo anno che questi numeri sono la punta di un iceberg di violenze domestiche, silenziose, continue, specie contro donne e bambini».
Porte Aperte potenzia la ricerca sul campo della violenza di genere, scoperchiando un universo di abusi sconvolgente. «In Nigeria la violenza sessuale viene usata come arma per terrorizzare le comunità cristiane, così come in Burkina Faso, Camerun, Congo DR, Repubblica Centrafricana, Niger, Mali, Sudan e Mozambico. Ma abusi si sono registrati anche in Siria, Myanmar e Pakistan».
Per persecuzione s’intende «qualsiasi ostilità subita come conseguenza dell’identificazione dell’individuo o di un intero gruppo con Cristo. Questa può includere atteggiamenti, parole e azioni ostili nei confronti dei cristiani» spiega Porte Aperte che aggiunge «abbiamo usato tre colori che segnalano tre gradi di persecuzione: estrema, molto alta e alta. Più scuro è il colore utilizzato per indicare il Paese della lista, più alto è il grado di persecuzione. È il punteggio attribuito ai Paesi secondo la nostra metodologia di ricerca a decretare il livello: alto (41-60), molto alto (61-80) ed estremo (81-100) ».
Ricordiamo che Porte Aperte sostiene i cristiani perseguitati attraverso progetti di aiuto in oltre 70 Paesi e ogni anno esamina l’entità della violenza, dell’oppressione statale e dell’ostilità anticristiane in circa 100 nazioni. I dati vengono forniti dalle reti delle chiese interessate, dagli avvocati regionali per i diritti umani, dagli analisti e dagli esperti di Open Doors International. La conformità alla metodologia della World Watch List è verificata e certificata dall’Istituto internazionale per la libertà religiosa.
La World Watch List 2025 è sul sito: www.porteaperteitalia.org/
