ROMA – L’Assemblea della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI), riunita il 10 maggio scorso a Roma, ha approvato la seguente dichiarazione:

«L’annunciata occupazione di Gaza da parte dell’esercito israeliano è un crimine contro la popolazione di Gaza, contro l’umanità e un altro, durissimo colpo alla speranza della pace in quell’area del mondo. Come Chiese evangeliche italiane esprimiamo la nostra costernazione per questo piano. È doveroso ricordare che l’annuncio dell’offensiva non ha suscitato preoccupazione soltanto nella comunità internazionale, ma anche all’interno della stessa società israeliana. Centinaia di manifestanti sono scesi in piazza a Gerusalemme e numerosi rappresentanti delle famiglie degli ostaggi ancora detenuti da Hamas hanno espresso timori profondi, definendo l’operazione militare una minaccia diretta alla vita dei loro cari. Unendoci agli appelli di numerose associazioni ecumeniche internazionali, auspichiamo che la Comunità internazionale, le istituzioni europee e il Governo italiano premano sullo Stato di Israele per dissuaderlo dall’intraprendere questa strada che porterà altre morti, altre distruzioni e altra violenza e che non contribuirà a garantire la sicurezza di nessuno. La Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia ha avviato da tempo il progetto “Fermiamo l’odio, aiutiamo i costruttori di pace”, in collaborazione con la Rivista e il Centro Studi Confronti, per esprimere massima vicinanza ai popoli, quello israeliano e quello palestinese, sostenendo chi, da entrambe le parti, continua a parlare di dialogo e di pace . Dal 12 al 15 maggio, nell’ambito di questo progetto, avrà luogo un minitour in alcune città italiane con la partecipazione di due organizzazioni binazionali come Parents Circle Families Forum e Combatants for Peace, composte da israeliani e palestinesi che hanno vissuto direttamente il dolore del conflitto e che proprio per questo hanno scelto di non cercare vendetta ma di impegnarsi insieme per una società giusta, nonviolenta e riconciliata. Unendo la nostra voce a quella di chi sia nei Territori palestinesi che in Israele chiede la pace, preghiamo perché un sussulto di umanità fermi le azioni militari. Per questo preghiamo e invochiamo il Signore, perché nel buio di questi giorni, tenga viva la speranza di una tregua e della pace».

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